cop

“Oltre il corpo”, scatti fotografici per sentirsi libere

Condividi su

progetto artistico di Claudia Salamone

Ciao Claudia, come stai? Racconta per chi non ti conosce ancora chi sei e il tuo percorso di studi.
«Ciao a tutti, mi chiamo Claudia ho 26 anni e lo scorso mese, precisamente il 24 giugno ho conseguito la laurea in fotografia all’Accademia di Belle Arti di Catania. Ho iniziato il mio percorso di studi nell’ambito artistico fin dalle superiori, frequentando il liceo artistico nella mia città, poi ho voluto continuare il mio percorso iscrivendomi in accademia dove ho frequentato per i primi tre anni il corso di Arti tecnologiche specializzandomi negli ultimi due anni in fotografia. La mia passione da una vita».

Come è nata l’idea del progetto “OLTRE il corpo” e di cosa parla.
«Il progetto “OLTRE il corpo” è stato pensato durante il lockdown, chiusa in casa e affacciandomi solo sui social mi sono imbattuta sul tema della Body Positivity. Ho letto tanto, mi sono documentata sull’argomento e, leggendo anche libri su questo tema mi sono rivista nelle parole di alcuni autrici, come Ashley Graham e Laura Brioschi. Per cui ho iniziato a pensare al progetto come la mia tesi di laurea, a come avrei potuto svilupparlo, quale potesse essere il messaggio che avrei voluto mandare al pubblico e da quel momento in poi è nato “OLTRE il corpo” e con la realizzazione degli scatti fotografici e di conseguenza della rivista voglio mandare un messaggio ben preciso: ognuno di noi debba essere libero.
Dobbiamo essere liberi, perché credo che la libertà venga prima di tutto, la libertà di sentirsi a proprio agio ovunque e comunque. Tutti hanno il diritto di sentirsi belli e invece nessuno ha il diritto di giudicare la bellezza degli agli altri, perché la bellezza non è un dato scientifico, una caratteristica oggettiva, la bellezza cambia, si trasforma. E smettiamola di dire che la Body Positivity sia sinonimo di curvy.
La Body Positivity è una filosofia di vita, accettare il proprio corpo e i propri difetti, ma non smettere mai di migliorarsi. Qui non c’è nessuno che promuove il grasso, che promuove l’obesità, perché proprio non si sta parlando di grassi, né di magri, né di belli e brutti, si sta parlando di corpi, di esseri umani e di libertà nel sentirsi belli e a proprio agio in qualsiasi condizione, con qualsiasi corporatura e a qualsiasi età. Queste nove ragazze hanno deciso di raccontarsi e affrontare le loro paure. Si sono messe in gioco per abbattere i rigidi canoni estetici e dare voce alla Body Positivity».

Come sono stati realizzati gli scatti e chi sono le modelle che hanno partecipato.
«La realizzazione degli scatti è stata la parte fondamentale di tutto il progetto, ma anche la più divertente. È stato tutto organizzato nei minimi dettagli; dalla location per cui ho chiesto ad uno studio fotografico della mia città di utilizzare la loro sala pose e così e stato, fino al reclutamento delle mie ragazze (alcune le conoscevo già, altre le ho trovate grazie a un post su Facebook in cui ho specificato che stavo cercando delle modelle che potessero posare davanti al mio obbiettivo) fondamentali per la realizzazione di questo, infatti ringrazio ancora una volta tutte quante Cristina, Laura, Sonia, Ilenia, Simona, Graziana, Fabiola e Francesca. Senza di loro, ovviamente, non avrei potuto realizzare gli scatti. Accanto a me, inoltre, ci sono state altrettante figure fondamentali come Tania, la nostra make-up artist e infine, ma non per importanza Roberta. La mia amica, innanzitutto, ma anche collaboratrice e ideatrice della rivista. Con questo voglio dire che, in grandi progetti bisogna avere le persone giuste, quei tasselli che riescano a farti completare il puzzle e per me loro sono questo. Rispondendo alla vostra domanda, gli shooting si svolgevano all’interno di una sala pose, come ho detto, con attrezzatura da professionisti e musica. Sì, proprio così, mettevamo la musica e le ragazze su divertivano a ballare davanti l’obbiettivo, questo perché, io avevo bisogno della loro energia, della loro potenza, del sorriso sul loro volto!
Tutto questo enfatizzato anche dai colori che degli outfit e dal look creato da Tania perché loro sono belle, con le loro imperfezioni, con il loro peso, con la loro consapevolezza di combattere una battaglia contro il sistema, e si sa, per vincere le battaglie, bisogna combattere con il sorriso e sprizzare energia da tutti i pori!»

Che tipo di sviluppo ti auguri abbia un giorno.
«Dico la verità, “OLTRE il corpo” inizialmente è stato pensato e ideato solo per diventare una tesi di laurea. Oggi vi dico, che vorrei diventasse qualcosa di più. Vorrei diventasse uno stimolo per tutte quelle persone che provano difficoltà ad aprirsi al mondo così come sono, vorrei diventasse un mantra per tutte le donne e gli uomini che stanno facendo un lungo percorso (che dura quasi sempre tutta una vita) di accettazione e miglioramento di se stessi. E perché no, magari diventasse una vera e propria rivista un giorno… in cui si possano trovare interviste, pubblicità sui brand per le curvy. Io sogno, sogno in grande e vi dico anche che, ci CREDO! Con tutta me stessa, perché dietro a tutto il progetto, dietro a “OLTRE il corpo” ci sono io, Claudia, con tutta la mia sofferenza, le mie paure, il mio corpo… la mia anima».

A volte si pensa che parlare di Body positivity sia accettare in maniera positiva l’obesità. Tu cosa ne pensi?
«Bella domanda. Arrivo subito al punto. La Body Positivity non significa accettare in maniera positiva l’obesità. L’obesità è una malattia (che può derivare da tante cause) e come tale va curata, ma non da me, o da tutte le persone che appoggiano i valori di questo movimento, ma da specialisti, da medici, da persone competenti. La Body Positivity, detta in maniera molto veloce, è un movimento che promuove la libertà di essere se stessi, anche con i chili in più, un corpo per essere accettato, anzi, correggo, una PERSONA per essere accettata non deve essere per forza etichettata come magra. Che poi è una cosa assurda etichettare, accettare, giudicare una persona, che sia per il corpo o per qualsiasi altra cosa. Ognuno è bello così com’è, nessuno deve dirtelo.
La libertà sta anche in questo, decidere di stare bene con se stessi, di migliorarsi per se stessi e non per la società! Perché io so che, se uscissi di casa con un pantaloncino e un top e porto una taglia 50, le persone mi guardano male facendomi sentire a disagio perché io non potrei permettermi di vestirmi così per i kg che ho. Ma ti immagini? Che io non posso andare in spiaggia con il due pezzi perché la mia ciccia in pancia da fastidio a qualcuno? Ma ti pare?! No. Basta. Io non ci sto più. Questa è la Body Positivity: essere liberi di fare ciò che si vuole, stare in un corpo che si vuole, vestirsi come ci si vuole, essere semplicemente se stessi».

Se hai già in mente un nuovo progetto fotografico che vorresti realizzare.
«Ho già qualcosa che bolle in pentola… il progetto si chiamerà “Sicilia Bedda” e sarà realizzato in alcuni luoghi della mia amata terra. Il tema riguarda sempre la Body Positivity, ma questa volta non solo risaluterò le mie ragazze, ma anche la mia splendida ma martoriata, terra. La Sicilia!».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Una curiosità… sono molto determinata in tutto ciò che faccio. Sogno di diventare una fotografa di moda, ma di moda curvy! Sento che riuscirei a dare tanto, sento che riuscirei a dare voce a tante persone che non hanno il coraggio di esporsi, sento che, anche se in piccolissima parte, potrei collaborare per cambiare qualcosa nel mondo… e allora ragazz* fatevi avanti, insieme riusciremo a dare voce a tutti noi che non siamo “normopeso”».

Link dell’artista

Scopri il video che le abbiamo dedicato

Qui l’intervista a Claudia Salamone per la nostra rubrica L’ARTISTA RACCONTA

Tags: No tags

Comments are closed.