cop

Illustrazioni dalle atmosfere dark, concetti e sensazioni su carta

Condividi su
Alessandra De Amicis, un’illustratrice che ama esprimersi attraverso tinte scure e i tratti nervosi e secchi della china. Il suo mondo interiore si riversa nella sue opere che ci raccontano di un’artista riflessiva.

Ciao Alessandra, raccontaci un po’ chi sei.
«Sono Alessandra De Amicis, 41 anni, amante del disegno e dell’illustrazione. Disegno fin da bambina, ho avuto l’opportunità di venire a conoscenza di grandi maestri dagli albi “Linus” e “Frigidaire” di mio padre. Disegnare è un atto creativo, mi sento di essere qui per creare attraverso questo medium e portare bellezza!»

Quando e perché hai deciso di dedicarti al disegno e quale è stato il tuo percorso.
«Come ho già detto, disegno da sempre, ma il mio percorso scolastico è stato di tutt’altro genere, interrotto poi a 18 anni senza completare le superiori. Ho sempre lavorato nella GDO e in età adulta sono tornata a scuola serale scegliendo finalmente il liceo artistico, dove mi sono diplomata dopo cinque anni di studio e lavoro nel 2012. Per tutti questi anni ho mantenuto la mia passione per il disegno a margine, quello che mi consentiva il lavoro poi ho iniziato a realizzare che volevo dedicarmi appieno, perciò l’anno scorso mi sono licenziata e sto lavorando per farmi conoscere e crescere professionalmente».

Raccontaci con che tecnica ti esprimi e cosa realizzi.
«Ho una predisposizione per le atmosfere dark, nelle varie declinazioni: gotico, dark industriale, esistenziale, esoterico, futuristico, perciò sento molto “mio” tutto ciò che è nero, ordinato o gestuale che sia. Amo la china e la utilizzo spesso nei miei lavori prediligendo l’effetto secco e nervoso, infatti i miei tatuaggi hanno questo stile, alcuni li ho proprio disegnati io. 
Ho realizzato alcuni paesaggi con china e carboncino dove posso giocare con le sfumature, ma adoro anche le grafiche minimal di ispirazione giapponese. Mi piace molto anche la stampa tipografica». 

I ritratti su commissione costituiscono un’importante parte del tuo lavoro? cosa vuol dire realizzare questo tipo di lavoro?
«Sì, i ritratti su commissione costituiscono al momento la gran parte del mio lavoro e mi fa molto piacere. Sento di poter personalizzare il ritratto intervenendo con il mio stile, ricevo la fotografia della persona da ritrarre e utilizzo le matite grafite, poi mi piace intervenire con elementi grafici con ecoline o china. Sono ritratti dinamici e cercano di cogliere l’essenza della persona, piuttosto che ricreare l’intera fotografia». 

Se non parliamo di ritratti o disegni su commissione cosa prediligi raffigurare e come.
«Se non sono ritratti su commissione tendo a creare paesaggi oscuri o molto simbolici con elementi che considero parte di me come ad esempio il buio fecondo, inteso come l’oscurità in cui germinano le cose nuove che nasceranno. Oppure autoritratti che invece di essere esteticamente somiglianti, si ispirano a un mio sentire interiore. In ogni caso tutto nasce da una sensazione, sono una persona introspettiva e mi ascolto parecchio, da quì si formano concetti legati a sensazioni e che cerco di tradurre su carta». 

Come definiresti quindi il tuo stile artistico?
«Stile dark grafico».

Nel tuo profilo abbiamo visto anche delle opere a carattere calligrafico, ce ne parli?
«Da un anno a questa parte mi sto dedicando anche alla calligrafia, scegliendo di dare un ordine e una base tecnica a una tendenza che ho sempre avuto ma non sapevo come indirizzare, seguendo un corso. Ho approfondito perlopiù la scrittura gotica, con pennino a punta tronca, ma ultimamente sto sperimentando strumenti più gestuali che applico nel corsivo italico. Mi piace la commistione tra figurativo e calligrafia, ed è una direzione alla quale sto lavorando». 

L’opera a cui sei più legata.
«L’opera di un altro artista a cui sono più legata potrei dire qualunque cosa realizzata da Sergio Toppi e Corrado Roi. Tra i miei lavori invece il ritratto del musicista Greg Mackintosh (Paradise Lost, Vallenfyre) e un mio autoritratto parecchio dark». 

Greg Mackintosh (Vallenfyre) di Alessandra De Amicis

Cosa ti auguri per il futuro e se hai un sogno particolare.
«Per il futuro mi auguro di ricordarmi che posso sempre cambiare la situazione in cui mi trovo e impegnarmi a costruirne una su misura per me; sogno di vivere serenamente una vita artistica a livello professionale, crescendo e imparando sempre da me e dal mondo intorno». 

Una curiosità prima di lasciarci.
«Ho un tatuaggio sulla testa che ho disegnato insieme alla tatuatrice che me lo ha fatto, la metà dei miei tatuaggi li ho disegnati io ed uno in particolare raffigura un mio vecchio sogno ricorrente. Il mondo del tatuaggio mi ispira molto ed ho già realizzato per alcuni clienti disegni che sono diventati tatuaggi!»

I link dell’artista

Spirito della scogliera” di Alessandra De Amicis
Opera di Alessandra De Amicis

Il video che le abbiamo dedicato

Comments are closed.