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Raccontare attraverso le immagini con libertà e fantasia

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Mattia Riami è un illustratore italiano che collabora con diverse aziende importanti e di diversa natura. Il suo stile unico, frutto di un percorso fatto di studio ma anche di tantissima passione.

Breve presentazione.
«Ciao! Mi chiamo Mattia Riami e faccio l’illustratore. Ho frequentato la Scuola Pubblica d’Arte di Venezia, dopo aver ottenuto il diploma di maturità in decorazione pittorica, mi sono trasferito a Milano per continuare gli studi allo IED, Istituto Europeo di Design. Oggi faccio parte del team di grafici di UNITED COLORS OF BENETTON, qui da 10 anni seguo le illustrazioni per il settore abbigliamento bambino. Parallelamente lavoro come Illustratore freelance, alcune collaborazioni degli ultimi anni sono state con “Goppion Caffè“, “Garance & Marion“, “Fallani Venezia” e il “Brillo Magazine“, per il quale ho ideato e illustrato “La rubrica del colore di Mattia Riami”. Ecco dove potete trovarmi! sito: www.mattiariami.com instagram: @mattiariami Behance: Mattia Riami»

Come è nata la tua passione per il disegno e se hai seguito un percorso di studi indicato.
«Ho sempre disegnato, fin da bambino. Passavo pomeriggi interi tra pennarelli, pastelli e matite a riempire fogli bianchi. Inizialmente mi divertivo a copiare i disegni dei classici Disney, per poi sviluppare man mano il mio stile. Più crescevo, più mi rendevo conto che la mia passione avrebbe potuto diventare il mio lavoro. Quindi decisi di frequentare l’Istituto Statale d’Arte di Venezia e successivamente lo IED di Milano, specializzandomi in illustrazione. Oggi utilizzo il disegno come forma di comunicazione principale».

Che tipo di opere realizzi e come prendono vita.
«Principalmente mi occupo di illustrazione editoriale. Le immagini che realizzo accompagnano i testi di articoli o decorano calendari, cartoline e qualsiasi mezzo abbia necessità di parlare per immagini o semplicemente di arricchirne il contesto. Ultimamente sto anche realizzando libri per bambini. Le mie opere nascono da una forte influenza tradizionale, manualità per capirci, strumenti veri con cui sporcarsi piacevolmente le mani. Nel corso degli anni ho integrato nuove tecnologie con cui velocizzare il mio lavoro, ma sempre mantenendo quella manualità che amo e che mi contraddistingue. Pennelli digitali con cui vado ad intervenire sopra a disegni realizzati in partenza a mano libera. Mi diverto a giocare con i colori ed a creare nuance apposite a seconda dei vari progetti».

Come descriveresti il tuo stile.
«E’ una bellissima domanda, penso che il mio stile sia un mix di varie cose, a volte Naif a volte brutalmente gestuale e istintivo, è il frutto di varie influenze che hanno caratterizzato il mio percorso. Vecchi film anni ’50 hanno infuso in me l’immagine di uomini eleganti, avvolti nei loro abiti neri e cravatte, le linee pulite di grandi artisti del passato mi spingono alla ricerca della sintesi, le macchie e le texture dei muri di Venezia sono entrate dentro di me lasciandomi il desiderio di marchiare le mie illustrazioni con segni che ne replichino le forme».

Quali soggetti prediligi raffigurare.
«Le figure umane penso siano le mie preferite a discapito dei paesaggi, amo molto anche le nuvole, e quando lavoro a progetti destinati ai bambini, gli animali».

Realizzi anche opere su commissione?
«Sì, per la maggior parte lavoro per aziende che mi commissionano un progetto. Vengo contattato da vari clienti e insieme parliamo del cuore del progetto, del suo sviluppo, budget, delle tempistiche e soprattutto di ciò che si vuole comunicare. Mi capita anche di realizzare commissioni per privati, ma in parte minore rispetto al primo caso».

Qual è il tuo sogno artistico.
«Il mio sogno artistico è quello di lavorare per clienti che promuovano progetti da me sposati pienamente, magari in ambito umanitario e sociale. Attraverso l’arte contribuire a rendere un piccolo pezzo di mondo migliore. Sò che si tratta di una grande ambizione, ma se dobbiamo sognare perché non  farlo in grande?!»

Cosa vuol dire per te fare l’illustratore oggi.
«Fare l’illustratore oggi vuol dire anzitutto avere coraggio, poiché questo mestiere non è facile come sembra e bisogna impegnarsi molto. Vuol dire anche libertà, perché mi permette di lavorare liberando la mia fantasia e mi fa tornare bambino. E’ anche una scelta sociale perché comunicare per immagini significa essere costantemente aggiornati ed attenti a ciò che succede nel mondo».

Quando crei non deve mai mancare…
«Musica! E rigorosamente il mio studio, con i miei strumenti e la sensazione di avere tutto ciò che mi serve. In fase creativa posso trovarmi in qualsiasi posto del mondo e prendere ispirazione da tutto, più confusione c’è meglio è! Ma una volta giunto alla realizzazione non c’è posto migliore che il proprio studio». 

Una curiosità prima di lasciarci.
«Nel mio studio non può mancare la presenza del mio fidato assistente, lui mi dà spesso ottimi consigli, si chiama Remo ed è il mio gatto!»

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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