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Arte che fa bene al cuore e alla mente

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Apollonia Benassi è un’artista che utilizza diverse tecniche. Nei suoi progetti affronta, grazie al potere dell’arte, tematiche e problematiche difficili come nel suo ultimo progetto “Yell-Ow”.

Ciao Apollonia, raccontaci un po’ chi sei.
«Sono Apollonia Benassi, ho 29 anni e provengo dalla provincia di Ancona.  Lavoro con la fotografia, il disegno, illustrazione e altre forme d’arte: spesso mi identifico in “un artista non artista”, perché l’arte è quella cosa che faccio, ma tendo a non identificarmi in nessuna forma di essa, per essere libera di cambiare forma di espressione quando ne ho bisogno».

Quando hai deciso di dedicarti all’arte e quale è stato il tuo percorso.
«Fin da piccola sono sempre stata vicino al mondo dell’arte, nella mia famiglia lavorano tutti nel campo artistico e quindi è stata una dedizione molto naturale. Ho iniziato a scrivere poesie da bambina fino a quando ho avuto la necessità di trovare altre forme di comunicazione: ho studiato fotografia da adolescente per poi scoprire di avere molta manualità nel disegno. Grazie a questa mia versatilità, negli anni ho ricoperto vari ruoli tra cui fotografa per dei magazine e shooting di vario tipo, designer per uno studio stilistico di calzature e ritratti su commissione. Quando poi nel 2019 ho intrapreso la strada di “Artivista” (fusione tra arte e attivismo), dando vita al primo progetto personale che unisce le mie creazioni, concentrandomi su un unico tema: il primo è stato “Womenstory|humanstory- la storia della donna è anche la tua storia”»

Tu lavori appunto con diverse tecniche artistiche, raccontaci meglio.
«Le mie tecniche artistiche variano a seconda dei miei umori. La più usata, per quanto riguarda il disegno, è quella a matita: tendo a essere iperrealista perché mi piace riportare la realtà così come è. Quando ho diverse idee su cosa fare invece, lavoro con la tecnica ad acquarello, rendendomi il lavoro più istantaneo e pronto per creare il prossimo. Per quanto riguarda la parte fotografica, avendo alle spalle esperienze con il fotogiornalismo e reportage, cerco di trasmettere più il messaggio che la tecnica».

Nei tuoi lavori vengono trattate tematiche particolari? quali e perché.
«Nel mio lavoro racconto molto di me stessa e dei miei interessi. Per me è necessario utilizzare i propri strumenti per far vedere il mondo con occhi diversi. Sono partita con la tematica femminile, perché volevo iniziare il mio percorso in qualcosa che potesse identificarmi e comprendere come riesca a fare molte cose grazie a donne del passato che hanno combattuto per questo. Su molti fronti siamo rimasti indietro e molte cose rimangono un tabù, ma l’arte avvicina tutti, che sia per la curiosità della tematica o per la tecnica utilizzata, comunque se ne parla». 

A proposito di tematiche, ci ha colpito molto il tuo progetto “Yell-ow”, ti chiediamo di parlarcene, da come sei arrivata a questa idea e a come poi si è sviluppata.
«”Yell-Ow” è il mio ultimo progetto e nonché quello più importante e intenso. É un progetto sulla salute mentale dove parto dalla mia storia personale, dalla storia dei miei più stretti amici fino ad arrivare a dare voce a persone che cercano di “urlare” per farsi sentire. Il titolo Yell-Ow, (yellow-giallo), è un connubio tra Yell (urlare) e Ow (espressione tipicamente inglese per descrivere il dolore). La scelta del giallo, per rappresentare la malattia mentale, ha diversi significati tra cui il colore della luce, il colore di Van Gogh, vivere con l’ansia o con un disturbo mentale è come vivere dentro un thriller, che è un giallo».

Ti occupi anche di costruire l’immagine a 360° di artisti emergenti, ci spieghi meglio? e se uno fosse interessato cosa deve fare.
«Tra le altre cose di cui mi occupo è di lavorare con artisti emergenti (l’arte è cibo per la mente), riproponendo un progetto come quelli creati da attivista ma adeguandoli su ogni Artista: li seguo nella parte fotografica, grafica e a volte stilistica. Ogni progetto è costruito a sè, cercando di creare una fusione tra me e l’artista in questione (o gruppo) per creare qualcosa di unico: il mio obiettivo è di creare immagini che rimangono. Gli shooting sono studiati insieme e con diversi spunti di riflessione e idee».

Qual è il tuo sogno artistico?
«Il mio sogno artistico è di poter lavorare con più artisti possibili, e di creare un mio spazio per lavorare e per raggruppare i miei lavori da esporre, dove ognuno che vi entra, possa sentirsi al sicuro».

Stai già pensando a qualche altro nuovo progetto?
«Mi piacerebbe molto continuare con dei progetti dedicati ai diritti umani, ma so già che il mio progetto “Yell-Ow”, lo porterò avanti anche in concomitanza con altri impegni lavorativi e artistici».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Una mia curiosità mm… Colleziono cd e libri. E Beyoncé è il mio spirito guida :)».

I link dell’artista

Scopri il video che le abbiamo dedicato

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