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Colori e leggende giapponesi si rivelano attraverso la pittura

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Annamaria Foglia è una pittrice che ha scelto di cambiare la sua vita dedicandosi all’arte e il suo amore per il Giappone le ha dato anche quello stile unico che la contradistingue.

Breve presentazione.
«Mi chiamo Annamaria, vivo a Firenze, ho 39 anni. Sembro a prima vista una persona tranquilla e pacata, ma dentro sono un uragano. Dopo anni a lottare con le mie insicurezze, ho deciso di ricominciare da zero e dedicarmi a ciò che amo, ovvero la pittura, e di renderla un lavoro. E ora sono felice».

Come è nata la tua passione per l’arte. 
«Non saprei con precisione, ma intorno ai 9 anni ho ricevuto come regalo di compleanno un cavalletto da pittura, e da lì è stato un crescendo. Mi sono appassionata ad artisti come Monet, Klimt e Schiele, mi emozionava osservare le loro splendide opere.
Inoltre sono sempre stata un’avida lettrice, ed un’appassionata ascoltatrice di musica, e credo che questo abbia influito molto sul mio percorso. Le arti si intersecano tra loro, e libri e musica hanno senza dubbio sviluppato la mia fantasia, la quale si è poi riversata nelle arti figurative. Ma è stato un brutto periodo, fatto di depressione e frustrazione, a portarmi davvero sulla strada della pittura. E’ diventata una terapia, e mi ha permesso di esprimere me stessa in momenti nei quali neanche io sapevo chi ero. Ritrovando me stessa, ho scoperto che la mia pittura poteva anche essere fatta di cose belle, non solo di nero e buio, e da allora dipingo ciò che mi fa stare bene».

Ma tu ci hai confessato di avere anche un’altra una passione, quella per il Giappone… Quanto questa influenza il tuo lavoro artistico.
«Quella per il Giappone è più di una passione, è qualcosa che mi prende da dentro e mi stravolge i sensi. Come tanti, da piccola guardavo gli anime (i cartoni animati giapponesi), e continuo a guardarli tutt’ora, ma ad un certo punto della mia vita ho voluto di più, volevo comprendere meglio quel mondo così distante. Così ho iniziato a studiare la lingua giapponese, ad interessarmi e a fare ricerche immergendomi completamente nella cultura, nella storia e nelle tradizioni giapponesi. Dopo il viaggio di nozze in Giappone nel 2015 poi, quel paese è diventato ancora più bello ed interessante. Ero sempre più curiosa di conoscerlo nel profondo e lo sono ancora. Nonostante altri due viaggi, nel 2017 e nel 2019, non sono ancora sazia di quei paesaggi, delle persone, del cibo, dei suoni…
Attendo solo la fine di questa pandemia per poterci tornare ancora! 
Mi chiedi quanto il Giappone influenzi il mio lavoro, e posso solo risponderti: moltissimo!
I soggetti nei miei dipinti sono esclusivamente giapponesi, e mostrano ciò che rappresenta per me il Giappone, l’essenza più profonda di quel Paese, le sensazioni che mi provoca».

Quali soggetti ami raffigurare e che tecnica usi.
«I soggetti che amo cambiano a seconda del momento, e anche del mio umore, ma forse tra i miei preferiti ci sono le carpe koi e i bamboo, entrambi molto presenti nel paesaggio giapponese: hanno colori pazzeschi e una vitalità incredibile. Inoltre nella tradizione orientale le carpe sono un soggetto molto importante: una leggenda cinese narra di una koi che riuscì a risalire una cascata lungo il Fiume Giallo, superando ostacoli e spiriti malvagi. Gli Dei furono talmente colpiti dal coraggio e dalla perseveranza del pesce che lo trasformarono in un drago, donandogli l’immortalità. Le carpe koi, quindi rappresentano la forza e la resilienza, la capacità di non arrendersi nonostante le avversità, e amo questo significato così profondo.
Per la tecnica, in genere uso colori acrilici, che trovo molto versatili, e ultimamente mi sto specializzando nella pittura tradizionale a inchiostro e acqua giapponese, il sumi-e, e nella calligrafia, lo shodo. A differenza della pittura classica occidentale, in queste arti  è fondamentale il vuoto del foglio lasciato bianco, che prende forma grazie al legame tra chi dipinge, gli strumenti che usa e il soggetto che viene rappresentato: in questo modo viene fuori l’essenza del soggetto stesso, senza dettagli, ma piena di forza interiore».

Dove è possibile ammirare il tuo lavoro.
«Al momento, e fino a gennaio ho una mostra personale in corso presso il ristorante “I’Bacco Toscano” a Montespertoli (FI), ma potete trovarle sempre online sul mio sito aeffeart.com, su instagram @a.effe_art e sulla mia pagina facebook  a.effe_art. Sulle mie pagine, inoltre, ci sono sempre gli aggiornamenti sulle mostre in corso». 

Qual è il tuo sogno artistico. 
«Mamma mia che domanda difficile… Beh, sogno di poter vivere solo con la mia arte, e di collaborare con gallerie d’arte in Giappone…Chissà!»

Cosa non deve mai mancare quando crei.
«L’ispirazione, la colonna sonora giusta e una bella luce».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Non faccio quasi mai bozze o disegni preparatori per i miei dipinti, e difficilmente uso immagini di riferimento, parte tutto dalla mia testa! Inoltre, quando dipingo con gli acrilici uso solo i colori primari, il bianco e il nero e creo da sola la gamma di colori che mi serve».

I link dell’artista

Guarda il video che le abbiamo dedicato

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