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Idee ed emozioni si riflettono sulla tela

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Wibaa è un artista che ha trovato nella pittura il suo mezzo espressione. Non usa sempre la stessa tecnica perché ogni opera racconta sensazioni diverse.

Ciao, raccontaci brevemente chi sei.
«Io sono un pittore prevalentemente autodidatta. Avendo molta voglia di esprimermi con questo mezzo, ho frequentato un corso sugli artisti del dopoguerra al MoMA di New York».

Quando hai capito e deciso di essere un artista.
«Questa è una domanda complessa. Il mio nome Wibaa nasce proprio da quì, mi sono chiesto “Will I Be An Artist?” prendendo le iniziali viene fuori il mio nome Wibaa. Infatti ho iniziato il mio percorso artistico dopo essermi chiesto se potevo fare qualcosa di creativo. Sarò un artista? Sebbene sembri una domanda semplice, questa non lo è perché ogni domanda ha risposte diverse che influenzano ogni persona in modo diverso. Ho deciso di fare qualcosa di artistico per esprimere il mio pensiero. Se sono un artista? A questo non so rispondere, è una domanda troppo complessa».

Come nascono le tue opere, dall’idea alla tecnica che utilizzi.
«Il mio processo creativo nasce da un’idea, da un’emozione che si riflette sulla tela. Cambio spesso tecnica e materiali, perché questi devono essere assevirti all’idea. Non so se è un bene o un male, ma a differenza di tanti artisti le mie serie di opere si discostano totalmente l’una dall’altra.
Io mi avvicino alla tela senza pregiudizi e con mente aperta. L’obiettivo non è creare immagini su immagini, ma risolvere, cristallizzare forme, colori e marcare in una totalità coesa un’esperienza ricca. Nel mio processo creativo sono spesso confuso. Sentendomi molto simile a un principiante, davanti la tela cerco di trovare una via d’uscita, un momento di chiarezza. Di portare sulla tela la mia idea».

Hai dei soggetti in particolare che prediligi raffigurare?
«No, non ho dei soggetti particolari, cerco dei temi, molte volte di attualità, e poi li sviluppo prima interiormente e poi sulla tela. Saltuariamente dipingo anche dei paesaggi astratti, altre volte mi sfido nel cercare di esprimere un’idea nel modo più minimale possibile».

Come definiresti il tuo stile. 
«Non ho un mio stile legato alla tecnica. Il mio stile è legato allo sviluppare sulla tela le mie idee e non saprei come definirlo, anzi faccio una domanda a tutti i lettori. Come lo potrei definire? Ci sono dei movimenti che seguono la mia stessa logica? Per il momento non saprei».

Cosa vuol dire per te dipingere e qual è il tuo messaggio artistico
«Per me la pittura è impegno. La pittura è ricerca di soluzioni. È trasformare un’idea in qualcosa di reale. Dipingere è trovare soluzioni ai propri stimoli. Dipingere è studio».

Se c’è un’opera a cui sei più legato.
«Per quanto riguarda le mie, alcune hanno un posto di rilievo, come il mio primo quadro “Lightning” che rappresenta minimalmente un fulmine arancione in un cielo scuro. Un fulmine diventa arancione solo in un caso, quando l’aria è inquinata e l’uomo è riuscito a manomettere anche una delle cose più potenti della natura. Il mio primo quadro pubblicato “Earth” una visione astratta del nostro pianeta dove la natura ha preso il sopravvento sull’uomo oppure anche il mio primo quadro venduto. Di opere che mi piacciono (mi raccomando non usate la parola “adoro”) ce ne sono tante e non voglio citarle».

Qual è il tuo sogno artistico.
«Riuscire tramite l’arte ad allontanarmi dalla realtà».

Cosa non deve mai mancare quando lavori e/o nelle tue opere.
«Le idee, i colori e la luce sulla tela, l’entusiasmo».

Una curiosità prima di lasciarci.
«A scuola, la materia in cui andavo peggio era disegno!!!».

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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