fumetto

Personaggi frustrati, incapaci di ottenere ciò che desiderano

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Nicolò Fila, un disegnatore e fumettista piemontese con la passione per gli scrittori horror.

Breve presentazione.
«Mi chiamo Nicolò Fila, in arte Deeble NF, e ho 26 anni. Vivo in provincia di Biella, nel nord del Piemonte, in un paesino sperduto fra i boschi. Mi sono diplomato al Liceo Artistico Felice Casorati di Romagnano Sesia e ho successivamente frequentato la Scuola Internazionale di Comics di Torino».

Parlaci del tuo percorso artistico.
«Ho cominciato a disegnare da quando andavo all’asilo e, da allora, non ho più smesso. Ho scoperto il mio interesse per i fumetti grazie a Topolino. Durante la mia infanzia, le mie ispirazioni principali sono state i videogiochi e i cartoni animati (sia occidentali che orientali), per poi scoprire una passione per i libri, in particolare quelli di Stephen King. Ho continuato a seguire la strada del fumetto anche e soprattutto grazie ai miei genitori, che mi hanno sempre supportato e incoraggiato nelle mie scelte, cosa per cui mi ritengo molto fortunato. Dopo il liceo, mi sono specializzato nel campo del fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Torino, lì ho conosciuto alcuni ragazzi (poi diventati amici miei nonché colleghi) che mi hanno “trascinato” nel loro gruppo e, assieme, abbiamo deciso di creare i nostri fumetti e pubblicarli indipendentemente in un’unica raccolta di storie brevi, intitolata “Potpourri”. Abbiamo fatto uscire il primo volume nel 2011, al Torino Comics e, da allora, ne abbiamo pubblicati altri sei (oltre ad alcuni fumetti realizzati separatamente dai miei amici, come “Brothel Bros”, “Turno Spezzato”, “Agrodolce” e “Zahra-Non si scherza col Voudou”) migliorando i nostri stili di albo in albo e partecipando a fiere come Lucca Comics and Games. Il nome del nostro gruppo è “Potpourri Comics” e a questo link potete trovare la nostra pagina fb: https://www.facebook.com/PotpourriComics/
Nel 2014, ho disegnato le tavole de “L’Aquila 3.32”, pubblicato da Edizioni BeccoGiallo, sceneggiato dall’accoppiata Luca Baino/Luca Amerio e chinate da Sara Antonellini (mia amica e collega di Potpourri Comics)».

Come definiresti il tuo stile grafico?
«Realistico/cartoonesco con una punta di stile manga, ma suona meglio di quanto non sia».

Come nascono i tuoi personaggi?
«Vado a periodi, perché un giorno potrei voler creare un personaggio più leggero e fanservice e in un altro momento qualcosa di cupo e pesante. In particolare, mi affascinano i personaggi frustrati, incapaci di ottenere ciò che desiderano a causa del loro carattere insicuro, o che si ritrovano a isolarsi dal mondo esterno per un motivo o per l’altro, quando in realtà sono tutte scuse per non affrontare le loro paure e la loro inettitudine sociale (probabilmente perché sono tematiche in cui mi ci ritrovo io stesso)».

C’è un fumettista a cui ti ispiri in particolare e quale “scuola” di fumetto ti affascina maggiormente?
«Ci sarebbero diversi autori che mi ispirano, ma non sono tutti di fumetti (anzi, buona parte sono registi; purtroppo, anche se è il mio campo d’interesse, non leggo abbastanza fumetti) e, come per i personaggi, anche qui vado a periodi: in questo momento, mi piacciono gli stili di Takeshi Obata e Junji Ito (che ho scoperto di recente), Chiara Zuliani con “Anima” e Isabel Terol Martinez con “Lain’s Curse” e svariati altri. Poi abbiamo Hayao Miyazaki, Satoshi Kon e Hideaki Anno, per proseguire con Stephen King e un autore di horror semi-sconosciuto (almeno qui in Italia) di nome Ramsey Campbell. Non so se si può considerare come “scuola” di fumetto, ma personalmente ritengo che, per realizzarne uno, sia meglio non fermarsi solo alla lettura di fumetti o manga, ma cercare ispirazione anche da altri media, come film e libri».

Quali sono i tuoi progetti lavorativi?
«In questo momento, sto portando avanti una storia horror, ma mi piacerebbe anche realizzare qualcosa di più umoristico e leggero».

Qual è il tuo messaggio artistico?
«Cercate di non procrastinare e di portare a termine i progetti che cominciate (entrambi problemi con cui sto avendo difficoltà ancora adesso). Inoltre, ricordate che anche i vostri sentimenti negativi possono essere usati per raccontare storie».

Qualche curiosità?
«Personalmente, preferisco lavorare a matita e china, piuttosto che in digitale».

Concludiamo con…
«Se potete, andate a leggervi qualche racconto di Ramsey Campbell, specie se vi piacciono gli horror più sottili e paranoici. Non sarà uno stile che piacerà a tutti, ma questo autore merita più riconoscimento di quanto non ne abbia».

Scopri il video dedicato all’artista

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