massimo sirelli

Pezzi poveri che diventano Robot unici da adottare

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Massimo Sirelli non ama le definizioni e per questo dice di sé che si occupa di creatività. L’abbiamo intervistato telefonicamente chiedendogli di raccontarci la sua arte.

Quali studi hai fatto?
«Ho studiato presso lo IED di Torino, dove dal 2008 sono docente di Tecniche di Presentazione e Portfolio».

Puoi parlarci del tuo percorso artistico?
«Da adolescente sono stato influenzato dal mondo dei graffiti e della street art, ho imparato così a filtrare i linguaggi metropolitani, le scritte, le pubblicità. La mia ricerca mi ha portato a trovare soluzioni nuove e insolite. Nel 2006 ho fondato “Dimomedia”, un laboratorio creativo di sperimentazione in campo grafico, comunicativo e multimediale. Nel 2013 ho lanciato il progetto dei Robot».

Com’è nata l’idea di creare robot?
«Ero un collezionista di oggetti, oserei dire “accumulatore compulsivo”, però mi sono trovato a un certo punto della mia vita in cui ho sentito l’esigenza di vivere con poco, in maniera minimale e rinunciando al superfluo e per alleggerire la mia anima ho voluto liberarmi degli oggetti raccolti. Alcuni per me erano preziosi, perché magari appartenuti a persone care, o erano carichi di ricordi ed emozioni, così ho pensato di trasformarli… Erano oggetti troppo poveri per essere venduti e troppo importanti per essere buttati…».

Quanti artisti realizzavano i robot quando hai incominciato?
«Posso “umilmente” vantarmi del fatto che sono stato il primo e gli altri mi hanno seguito, ho praticamente creato una corrente artistica… Qualcuno ha provato a copiarmi a volte anche in malo modo».

Cosa succede ai tuoi robot una volta creati?
«Essendo Robottini Orfani cercano adozione. Per questo ho creato “Adotta un Robot – La prima casa di robot da compagnia al mondo”» Se vuoi averne uno nella tua famiglia, devi scegliere il Robottino che vorresti adottare, inviare una prenotazione e spiegare perché saresti un genitore perfetto per lui. Se verrà accettata la tua richiesta, ti verrà spiegato tutto su come avere la compagnia del Robot a casa tua per sempre. Non è un fattore economico, ma un fattore di cuore».

Sei anche disegnatore di murales, illustratore, graphic designer, art director e altro ancora! Hai quello che si definisce il Sacro fuoco, ma c’è una disciplina in particolare a cui dedichi più tempo?
«Per me è tutto importante, non c’è una cosa che preferisco fare rispetto ad altre, quindi tratto tutto con la stessa dedizione. Certo, devo trovare il tempo per fare tutto, e questo spesso risulta difficile, tanto è vero che in questo momento, mentre parlo con te in viva voce, sto guidando e mi sono fermato a fare acquisti. Per me il tempo ha un valore, infatti ho deciso di dedicare almeno tre mesi per le mie creazioni di qualsiasi genere siano e chi non ha voglia di aspettare il mio lavoro non mi crea preoccupazioni o ansie».

Immagino che per lavoro tu debba viaggiare…
«Sono sempre in giro, un po’ attraverso l’Italia e non solo per lavoro, infatti se mi chiedono dove vivo devo dire a Catania e Torino. Ultimamente sono stato in Turchia e negli Emirati Arabi Uniti, precisamente a Dubai, dove ho realizzato un’installazione di arredo urbano».

Progetti per il futuro?
«Ho tantissime cose aperte su cui sto lavorando e come ti dicevo prima, poco tempo a disposizione, quindi sicuramente mi concentrerò sulle cose già in cantiere. Però c’è una cosa carina in calendario a breve, un workshop a Milano il 15 novembre, “Un Robot per amico”: trovate le informazioni sul mio profilo facebook».

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con le tue creazioni?
«Sono appassionato del bello, ottimista di natura e voglio condividere con gli altri questa mia positività. Chi osserva i miei lavori, dai robot ai murales, noterà che attraverso le forme e i colori cerco di trasmettere questo».

Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere un percorso artistico?
«Per realizzare i propri sogni, bisogna sognare ad occhi aperti, lavorare sodo e avere una vita “affaticata”»

Scopri il video dedicato all’artista

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