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Uno sguardo poetico che diventa illustrazione

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Luca Pettarelli è un illustratore che da anni si dedica al genere montagna, ma oltre a queste splendide illustrazioni realizza opere per il mondo dell’editoria con già diversi libri all’attivo e con continui progetti in divenire.

Ciao Luca, raccontaci un po’ chi sei.
«Mi chiamo Luca Pettarelli e sono BATMAN, in realtà sono un illustratore marchigiano nato nel 1988. Sono appassionato di film, libri e fumetti sono letteralmente innamorato delle opere di Will Eisner. Come molti ho subito la fascinazione per l’Oriente anche grazie ai manga, che forse sono state le prime letture che mi hanno indirizzato verso il mio lavoro. Oltre al ruolo di illustratore insegno karate ai bambini».

Come è nata la tua passione per l’illustrazione e come è stato il tuo percorso fino ad oggi.
«Di preciso non lo so, come tutti i bambini disegnavo fin da piccolo, il problema che poi non ho smesso. Mi piaceva disegnare e leggere fumetti e guardare qualsiasi tipo di cartone animato, diciamo che ero il classico nerd, forse la mia incapacità di comunicazione mi ha portato a cercare un mezzo alternativo di espressione. Se penso alla mia carriera scolastica ci sono sicuramente più disegnetti nei quaderni di matematica che espressioni. Il mio percorso di studi è stato abbastanza lineare per quello che faccio, ho frequentato l’Istituto d’Arte e poi mi sono laureato in illustrazione all’Accademia di Belle Arti e proseguendo con il Master “Ars in fabula” in illustrazione per l’editoria».

Come prendono vita le tue illustrazioni.
«E’ sempre molto difficile parlare di quello che faccio, sono un inguaribile introverso. Il lavoro dell’illustratore, specialmente quello per i libri, parte sempre da un testo che la maggior parte delle volte non è mio; quindi, mentre leggo cerco già di visualizzare i disegni legati a quel testo, a volte trovi subito l’idea giusta, a volte è un po’ più complicato perché devi cristallizzare quel momento, interiorizzare quello che sta succedendo nella narrazione. L’intenzione è sempre di dare uno sguardo poetico, effimero della scena anche se non sempre ci si riesce. Ultimamente mi piace lavorare per sottrazioni dove delle sagome bianche sfondano il paesaggio in cui sono immerse. Uso principalmente tecniche tradizionali anche se le condizioni lavorative prima o poi mi costringeranno a passare al digitale (speriamo il più tardi possibile). Le tecniche che uso più spesso sono gli acrilici e le matite colorate. Il colore è un elemento importante del mio lavoro prediligo sicuramente i colori freddi e i blu, ma per sapere cosa significhi, uno psicologo è più appropriato».

Ci ha colpito molto l’aspetto editoriale del tuo lavoro, partiamo dal tuo primo libro “Montagna” se ci parli di questa tua prima esperienza che immaginiamo ha dato il là un po’ a tutto. E poi le montagne sono nel tuo cuore e si vede perché hai collaborato anche con la rivista del C.A.I. Montagne360°, cosa ci puoi raccontare in merito.
«Vivo in un piccolo paesino delle Marche ed essere cresciuto circondato dal verde e dalla natura, ha sicuramente influenzato la mia percezione del mondo. Inoltre, come molti della mia generazione, sono stato influenzato dal film INTO THE WILD, con la tentazione di lasciare tutto e scappare. E’ anche per questo che mi piace definirmi l’anello mancate tra l’orso e il boscaiolo. Trovo la montagna un luogo spirituale, magico ancestrale anche se non mi piace molto la concezione della montagna come unica sfida con se stessi per arrivare in vetta, ma più come una sorta di luogo sacro dove ritrovare se stessi con calma. Il libro MONTAGNA è stata la mia prima esperienza lavorativa e come il primo amore nel bene e nel male non si scorda mai. Le tavole di quel libro furono selezionate nel 2016 da Bologna Children Book Fair (per chi non la conoscesse la più grande fiera di illustrazione italiana), quindi è stato un ottimo inizio. Grazie a questo libro ho iniziato a collaborare con il C.A.I. per la rivista Montagne360°, diventandone l’illustratore ufficiale. Lavorare con loro per due anni è stato fantastico, mi hanno fatto conoscere posti nuovi e ha accentuato ancora di più il mio amore per le montagne oltre che spinto a specializzarmi in questo genere, l’illustrazione di montagna».

Hai all’attivo altri libri e progetti editoriali, pensiamo al volume SOLO, L’IMPRONTA DEI SOGNI e PREZIOSO. Cosa ci puoi dire su ciascuna di queste tue esperienze lavorative.
«I volumi di SOLO con cui ho collaborato sono state delle intense e ricche esperienze anche perché mi hanno fatto entrare in contatto con molti talentuosi illustratori che non conoscevo, per questo ringrazio gli psicografici editori che fanno un grande lavoro di promozione anche fra i disegnatori emergenti.
L’IMPRONTA DEI SOGNI è stato il primo libro di poesia che ho illustrato è stato molto interessante e profondo cimentarsi con la poesia, senza scadere nel banale. La sfida di quel libro era far sì che illustrazione fosse un verso aggiunto alle parole della poetessa, è stato anche un libro di passaggio che ha fatto emergere in me la consapevolezza di voler fare l’illustratore professionista.
PREZIOSO è stato un po’ la conseguenza logica de l’IMPRONTA DEI SOGNI, un libro con un testo minimale dove, arrivare ad un immaginario visivo è stata un’impresa ardua. In questo libro ho espresso maggiormente la mia visione poetica e sociale dell’illustrazione».

Abbiamo notato sul tuo profilo Instagram (che invitiamo tutti ad andare a seguire) curiosi animali, se ci racconti chi sono e quale il loro messaggio.
«Quelle simpatiche creature nascono per gioco, mi piaceva l’idea di trovare l’oggetto giusto per l’animale giusto. Avevo soprannominato questo progetto anima(lì), scusate il pessimo gioco di parole. Volevo creare un bestiario moderno irriverente, un manuale di zoologia fantastico che ponesse uno sguardo nuovo agli oggetti come quando associamo con la fantasia forme alle nuvole. Mi volevo divertire e far divertire dando uno sguardo diverso e un po’ curioso sul mondo della nostra quotidianità. Spero che prima o poi diventi un libro anche perché ci sono molti altri animali nel cassetto che attendono di uscire».

Qual è il tuo sogno artistico o cosa ti auguri per il futuro.
«Per il futuro mi auguro di sopravvivere alla crisi climatica e di non dovermi ricordare la terza guerra mondiale, ma tralasciando il mio pessimismo cosmico condito da sarcasmo, mi auguro che in Italia, il lavoro degli illustratori o semplicemente i mestieri delle Arti, vengano riconosciuti con più dignità ad ogni livello e non solamente quando sei famoso e fai muovere la macchina dei soldi. Il mio sogno nel cassetto è abbastanza semplice: spero di arrivare al punto in cui il disegno e l’illustrazione mi diano una stabilità economica (giusto per pagare la spesa e l’affitto)».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Al momento sto collaborando con MonteRosa Edizioni insieme alla bravissima scrittrice Camilla Anselmi su nuovo libro legato alla montagna e alle donne. Si tratta di una raccolta di biografie. Le grandi novità che porterà questo libro sono il taglio inedito, la portata della memoria che vuole trasmettere e ultimo ma non meno importante, il fatto che sarà un libro destinato ad un pubblico adulto, totalmente illustrato da me. Ma non svelo altro! Ci vediamo in autunno in libreria».

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