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Partita (amichevole) tra i capolavori dell’arte e le stelle del basket

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Francesco Rinaldi, giovanissimo digital artist appassionato, realizza le sue opere con il giusto mix tra le opere dei grandi artisti e le stelle del basket.

Breve presentazione.
«Mi chiamo Francesco Rinaldi ho 19 anni, abito a Bologna e mi definisco un artista digitale».

Come e quando hai deciso di dedicarti all’arte.
«Ho deciso di dedicarmi all’arte fin da bambino quando alle scuole medie mi sono reso conto che ero l’unico a seguire le lezioni di storia dell’arte. Con il passare degli anni ho iniziato a visitare mostre e nel mio percorso formativo ho scelto anche un liceo artistico».

Tu mescoli opere d’arte classiche e molto conosciute a immagini legate al mondo del basket, come è nata questa idea?
«Sinceramente per caso, forse grazie all’uscita del documentario Netflix “The last dance”, mentre prima durante il lockdown creavo immagini di Arte-covid».

Come prendono vita materialmente le tue creazioni?
«Unendo questi due mondi cerco di trasmettere al pubblico le emozioni che provo. Le mie creazione prendono vita grazie alle emozioni che mi trasmette un soggetto, per esempio Michael Jordan e l’opera stessa, per esempio la notte stellata di Van Gogh».

Hai mai pensato di omaggiare un grande del basket con una tua opera?
«Mai fatto, ma mi piacerebbe tanto. Per adesso sono riuscito a creare opere per qualche giocatore di serie A, ma mi piacerebbe molto riuscire a farlo con i grandi del NBA».

Cosa non deve mai mancare quando realizzi le tue opere?
«Questa è una bella domanda che ancora nessuno mi ha posto… ti risponderei la passione».

Stai lavorando a qualche progetto in particolare?
«Attualmente no, creo un po’ quello che mi passa per la testa, però per il futuro devo assolutamente farlo.

Una curiosità prima di lasciarci.
«Mi piacerebbe molto crearmi un lavoro con queste mie realizzazioni».

I link dell’artista

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