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Non solo perfezione tecnica, ma vere emozioni

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Daniele Campoli è un artista che, attraverso l’uso della tecnica iperrealista, ci racconta emozioni e sensazioni che spesso con le parole non si riescono a dire.

Ciao Daniele, raccontaci un po’ chi sei.
«Sono Daniele Campoli, in arte “statidanymo”, un artista iperrealista di Frosinone».

Quando e perché hai deciso di dedicarti al disegno e quale è stato il tuo percorso.
«L’arte entra nella mia vita circa 5 anni fa, quando totalmente a caso, mi imbatto in una foto di un disegno realistico che mi ha lasciato senza parole. Da lì ho iniziato a sperimentare tecniche e materiali, poi due anni fa è nato il progetto “statidanymo”. Con statidanymo non si tiene conto solo della perfezione tecnica, ma anche del messaggio che lancio con le mie opere». 

Parliamo delle tue opere… la tecnica ci hai detto è il disegno iperrealista, vista la cura che metti nei dettagli, quanto tempo di solito impieghi per un’opera.
«La tecnica dell’iperrealismo è una tecnica che richiede tanto tempo e cura nei dettagli. Disegno principalmente con matite in grafite e carboncini, la cosa che secondo me fa la differenza in questo stile è il contrasto che si crea tra le giuste tonalità di grigio. Le tempistiche di solito sono di circa 40 ore per un disegno, poi dipende molto dalle dimensioni del foglio, il disegno per cui ho impiegato più tempo è di circa 110 ore».

I tuoi lavori sono molto interessanti anche per l’energia che sprigionano e per la luce che emanano. Cosa avviene e come riesci ad ottenere questo tipo di intensità.
«Il processo di realizzazione è composto da vari step: il primo è quello di disegnare le linee guida con una matita media (HB), poi si creano tutte le sfumature, ultimo step si lavora ai dettagli con matite e gomme di precisione. Queste ultime sono il segreto dei punti luce, piccolo trucco: più si creano sfumature scure, più i punti luce risalteranno».

Realizzi opere su commissione?
«Le commissioni sono un tasto dolente per me. Spesso mi trovo a ricevere foto di bassa qualità e prive di dettagli. Sono questi ultimi a rendere un’opera iperrealistica. Realizzare un’opera partendo da un’immagine scarna di dettagli rischia di non valorizzare né l’opera né l’autore, ed è per questo motivo che accetto commissioni solo dopo aver visionato la foto di riferimento».

C’è un’opera a cui sei più legato?
«La mia opera preferita è “Il primo schiaffo”, disegno realizzato con carboncino bianco su foglio nero che rappresenta un bambino con il volto triste che tiene in mano un mazzo di margherite. Quest’opera per me rappresenta i treni persi, le delusioni e gli schiaffi in faccia presi. Non sono mai stato bravo a parlare delle mie delusioni, disegnarle è il modo che ho per buttarle fuori».

Cosa non deve mai mancare quando disegni.
«La cosa che non deve mai mancare mentre disegno è la musica, è ciò che accompagna ogni mia opera. Ascoltarla mi permette di entrare nel mio mondo».

Il tuo messaggio artistico.
«Il mio messaggio artistico è quello di far degli errori tesoro, perché solo sbagliando capisci i tuoi limiti e soprattutto non è la tecnica la cosa fondamentale, ma ciò che la tua opera racconta».

Cosa ti auguri per il futuro e se hai un sogno particolare.
«Mi auguro di fare dell’arte la mia professione, di essere un riferimento per chi si approccia a questo stile e che le persone si rivedano nelle mie opere».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Sto preparando diverse mostre che rappresentano una vera rivoluzione artistica per me, a luglio sarò a Volterra, ad agosto a Pietra Santa e a settembre a Frosinone».

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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