la-bellezza-big

La bellezza

Condividi su

«La bellezza è la forma del Genio, anzi, è la più alta del Genio, perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo Luna» (Oscar Wilde).
Il nostro punto di vista quando ci troviamo nella posizione orizzontale diventa pacato, stabile, silenzioso, composto. E se non fossimo ogni giorno assillati dalle pubblicità e dalle mode del momento, entreremmo più facilmente in quello stato di mente calma, leggera, risoluta, chiara, che ci svincola dal  nostro tempo. 
In una posizione di attesa, appare il “Nudo Rosso” di Amedeo Modigliani dipinto nel 1917. Una figura che pare anticipare tale stato di grazia assoluta, inequivocabile connessione con la mente del pittore.
Grande estimatore delle forme come Cézanne, egli consacra la posa solenne, equilibrata che si accorda magistralmente con le tonalità sobrie e pacate della sua tavolozza. Tuttavia nonostante questo innegabile richiamo alla compostezza antica -palese riemergere delle sue origini italiane- il nudo rappresenta un’alternativa ai canoni classici di bellezza. Non rinuncia infatti ai piccoli dettagli che rendono un corpo vibrante, naturale, sensuale come la peluria ascellare e del pube. 
Amedeo Modigliani era soprannominato “Modì”, non solo per l’utilizzo di un diminutivo sarcastico da parte del suo gruppo, ma anche per la pronuncia francese di tale nomignolo. Maudit si legge “Modì”, e significa non a caso «maledetto». Noti erano infatti gli eccessi e la vita sfrenata del pittore devoto a Baudelaire. Bohémien per natura, Modigliani incarna perfettamente l’artista dannato, vittima del binomio «genio-sregolatezza». Il suo carattere innovativo si mostra fin da subito: egli guarda a tanti esempi del suo tempo senza agganciarsi effettivamente a nessuna corrente in particolare.
Nel “Nudo Rosso” emerge un certo primitivismo ma al contempo un afflato rinascimentale e poetico. La volumetria suggerisce per esempio Masaccio, il quale per primo in Italia, (nel XV sec.) diede consistenza e gravità ai corpi. Il suo soggetto preferito era la donna, ma in particolar modo la sua compagna Jeanne Hébuterne, morta suicida proprio in seguito al suo decesso. Una storia d’amore struggente e simbolica. 
La bellezza di una figura femminile distesa, orizzontale, rappresenta dunque l’origine del mondo, porta con sé un significato ambivalente: l’attesa da un lato, il compimento della vita dall’altro.

a cura di Maria Rosaria Cancelliere

«La bellezza è la forma del Genio, anzi,
è la più alta del Genio, perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno
dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo Luna»

OSCAR WILDE

Comments are closed.