Da Drift è un fumettista italiano e realizza fumetti che conciliano la sua anima di ingegnere con quella di artista.
Ciao, raccontaci un po’ chi sei e la scelta dello pseudonimo Da Drift.
«Ciao, prima di tutto grazie di ospitarmi. Sono un fumettista con molta esperienza, ho varie pubblicazioni soprattutto con il Centro Fumetto Andrea Pazienza come autore completo (disegni e storia) e ho collaborato con Sergio Bonelli Editore per Nathan Never in veste di inchiostratore/disegnatore. Vivo in parte a Cremona, dove ho le mie radici, e in parte a Bologna, una città stimolante dal punto di vista culturale.
In ambito fumettistico sono da sempre alla ricerca di una sintesi fra due mondi in apparenza inconciliabili: l’ingegneria (sono anche ingegnere) e la realizzazione dei fumetti. Finora la maggior parte della mia produzione riguarda la fantascienza, è qui dove ho cercato la sintesi fra il rigore tecnico e la libertà delle “nuvole parlanti”. Tuttavia ho adottato lo pseudonimo “Da Drift” perché desidero inaugurare un filone creativo diverso e più personale: questo nuovo nome indica appunto “La Deriva”, una scostamento dal normale percorso, ma è pure una citazione tratta da un mio vecchio albo a fumetti!».
Noi di AsD abbiamo avuto la fortuna di intervistarti anche in passato quando ti presentavi con il tuo nome e la tua identità non era un mistero… Quindi senza svelare nulla, se ci racconti come è cambiato il tuo stile in questi anni e il tuo percorso di crescita artistica.
«Con piacere! Con progetti diversi e concedendomi un ritmo creativo sostenibile, sto portando avanti sia il filone fantascientifico con uno stile europeo (ma leggermente manga) curato nei dettagli, per il quale uso il mio vero nome, sia un filone che inauguro con una autopubblicazione, per cui adotto uno stile più veloce e quasi “cartoon”, congeniale per raccontare storie più ampie e personali, firmate “Da Drift”».
Hai autoprodotto un tuo nuovo fumetto che si chiama? Di cosa parla? A chi è rivolto?
«Questo fumetto si intitola “The ComiX-Talent, un fallimento grandioso”, è un graphic novel di 128 pagine a colori, formato 20×13 cm, reperibile su Amazon in formato ebook e cartaceo.
È la storia di due fumettisti in crisi di mezza età che cercano di trovare una nuova direzione nella loro vita attraverso l’organizzazione di un talent show per giovani aspiranti fumettisti. Tuttavia, le cose non vanno esattamente come previsto e gli eventi prendono una piega disastrosa. È una commedia amara che combina humor, drammi personali e temi attuali, puntando a presentare una visione critica del mondo dei comics, ma anche un’esperienza di trasformazione personale coinvolgente, che parla a un vasto pubblico, non solo ai lettori di fumetti. Devo ammettere che non è facile classificare la “persona tipo” a cui mi rivolgo, ho scritto e illustrato “The ComiX-Talent” seguendo un impulso spontaneo, ma penso che il pubblico potenziale di questa storia sia collocabile in una nicchia dai 30 anni in su, con senso dell’ironia e del paradossale, in cerca di storie non convenzionali e “adulte”».
Quanto tempo hai impiegato tra disegni e pubblicazione?
«Troppo, decisamente troppo! ma accennavo prima che mi sono concesso un ritmo sostenibile (risata)! Ho iniziato nel 2018 e quindi ci sono voluti 5 anni per arrivare su Amazon Store. Ho optato per l’autopubblicazione in quanto posso controllare ogni aspetto del libro o ebook, ma anche perché questa è una storia di nicchia, per cui gli editori tradizionali non amerebbero rischiare. Un piccolo aneddoto: ci sono stati dubbi da parte di Amazon sulla paternità dell’opera, presumibilmente a causa dello pseudonimo che ho adottato e del fatto che, in precedenza, una versione ridotta e parzialmente diversa è apparsa come web comic sui miei social firmata, con il mio vero nome. Per risolvere lo stallo, per fortuna è stata sufficiente una autodichiarazione di essere proprio io l’autore del mio stesso fumetto!».
A quale personaggio della tua ultima opera ti senti più legato.
«La storia ha due protagonisti, uno si chiama Romerzo ed è la parte cinica e irascibile del duo. La controparte è Mannie, che in qualche modo esprime il buon senso, ma anche le ansie del vivere. Penso che entrambi rappresentino qualcosa di me e non saprei scegliere, ma forse è Romerzo quello a cui sono più legato. Anche se Mannie nel fumetto vive una specie di spin-off in cui è uno sgangherato supereroe che combatte un Romerzo-alien, un siparietto che mi sono divertito davvero a realizzare!».
Le difficoltà maggiori incontrate nel realizzare il tuo fumetto.
«Non ci sono state difficoltà particolari nel realizzare “The ComiX-Talent” proprio perché, con questa storia, penso di aver trovato un modo rapido per realizzare pagine di fumetto senza faticare fino al limite e senza poi provare rammarico per la resa estetica. Se proprio devo parlare di una difficoltà allora si è trattato della fase parallela e successiva alla realizzazione, quella editoriale».
Quali sono i tuoi obiettivi e/o progetti futuri.
«Vorrei proseguire con i miei due filoni a fumetti, quello dei fumetti più curati e spesso fantascientifici (ma non solo), e quello “cartoon” come Da Drift, che ha il pregio della spontaneità assoluta. Anche l’autopubblicazione è stata una esperienza nuova per me, vedrò se proseguire in questo senso. Proseguo la collaborazione con il Centro Fumetto A. Pazienza (a Lucca 2023 è appena uscito un nuovo albo a tema intimistico/naturalistico… ma sto lasciando troppi indizi!) e sto lavorando da tempo a un mega-progetto fantascientifico con mostri e astronavi al quale tengo molto. Inoltre, forse si sta concretizzando l’opportunità di una promettente collaborazione su una storia affascinante e vera, di cui è presto per parlare».
A quando la prossima intervista insieme?
«La formula dell’intervista mi piace, mi mette a mio agio e spero che potremo incontrarci anche in un prossimo futuro, magari proprio quando “The ComiX-Talent” sarà diventato un… fallimento grandioso!».
Una curiosità prima di salutarci.
«C’è stato un periodo in cui “The ComiX-Talent” si scriveva quasi da solo: avevo preparato un semplice canovaccio della storia, ma – con mia sincera sorpresa – tutto combaciava nei dettagli mentre ogni giorno realizzavo una vignetta e scoprivo che, pagine indietro, avevo inconsapevolmente inserito elementi narrativi che sfruttavo proprio in quel momento, settimane o mesi dopo. Insomma, finché è durato, è stato un periodo creativo magico! La mia speranza, ora, è che un lettore possa divertirsi quanto mi sono divertito io a realizzare questo graphic novel».
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