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Come ci si propone ad un concorso d’arte e illustrazione

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Ecco di cosa si è parlato durante la diretta della rubrica “Comunicare a Regola d’Arte” di Altro Spazio D’arte e a cura di Gloria Belardinelli, illustratrice e artists mentor.

Innanzitutto dobbiamo valutare quanto realmente siamo pronti ad affrontare questa sfida perché spesso l’artista è scoraggiato in partenza e dice a se stesso frasi del tipo: “tanto non sono abbastanza bravo, tanto non mi selezioneranno mai, non sono all’altezza quindi preferisco rinunciare”. Perciò si preclude la possibilità di partecipare ancor prima di essersi messo alla prova.

Questi meccanismi di auto-sabotaggio ahimè li conosco molto bene perché anche io in passato ho rinunciato a tanti concorsi per timore di non essere abbastanza capace ma naturalmente la verità è che se non ci si butta come facciamo a saperlo? Presa consapevolezza di questo un consiglio spassionato che vorrei dare è quello di non legarsi emotivamente al risultato del concorso perché potrebbe andare a condizionare la scelta di tentare di partecipare a concorsi futuri. Anche se la viviamo come una sconfitta ed è giusto e legittimo rimanerci male perché abbiamo sentimenti e non siamo delle pietre, cerchiamo di farci un auto-analisi e di capire come mai non ci hanno selezionati per poi iniziare a lavorare su come migliorarsi. Anche se la possibilità di essere scartati c’è, ciò che conta è partecipare comunque a più concorsi possibili, in modo tale da capire nel tempo cosa funziona e cosa no. 

Fatta questa premessa vediamo sul piano pratico come proporsi. Altra cosa che frena molti artisti è il tema del concorso, non sanno come interpretarlo e finiscono per arenarsi. Quello che è utile fare rispetto al tema proposto è innanzitutto fare un po’ di ricerca, ci facciamo un giro online, su libri, riviste, utilizziamo i mezzi che preferiamo, e cercando fonti attendibili studieremo e analizzeremo tutto quello che c’è da sapere su quel tema, questo intanto per avere una panoramica di idee e non rimanere confinati nei nostri schemi creativi e soprattutto perché può essere una grande fonte di ispirazione. Si tratta molto semplicemente di documentarsi e non fare tutto a caso. Successivamente, una volta immagazzinate le idee, si procede andando a realizzare tanti sketch preparatori di getto, questo significa che l’organizzazione è fondamentale per ricavarsi il tempo adeguato da dedicare al progetto e non rischiare di arrivare alla deadline esausti.

Per lavorare in questo senso può essere utile osservare le edizioni precedenti del concorso al quale si vuole partecipare se ce ne sono perché possiamo capire chi sono gli artisti precedentemente selezionati e cosa del loro lavoro ha funzionato. Attenzione, questo non significa copiare, anche perché nessun opera copiata spudoratamente verrà mai presa in considerazione da una giuria seria ma significa cogliere gli aspetti e le caratteristiche che hanno permesso a quelle opere di essere selezionate e successivamente dobbiamo essere capaci di riadattarle ai nostri modelli creativi e stile artistico.

A tal proposito, senza ombra di dubbio, uno stile originale e riconoscibile nei concorsi fa la differenza e come si costruisce uno stile di questo tipo? 

Sicuramente non è qualcosa che si fa dall’oggi al domani ma per avere qualche spunto vi racconto come ho costruito il mio. Venendo dai manga per tanto tempo ho disegnato in questo stile ma col passare degli anni iniziava a starmi stretto, avevo bisogno di riuscire a trovare quella dimensione creativa che mi permettesse di esprimermi con un tocco più personale e autentico. Volevo tornare ad uno stile più artistico e meno fumettistico pur facendo illustrazione quindi mi sono chiesta quali fossero gli artisti che nel corso della mia vita mi hanno particolarmente colpita. Sono sempre stata molto affascinata da Klimt e Schiele, così ho osservato le loro opere e ho cercato di prendere spunto. Tuttavia, nel tempo a queste fonti di ispirazione se ne sono aggiunte altre. Non sono solo le opere di altri artistici a poterci aiutare nella costruzione del nostro stile, si tratta di cogliere particolari anche nella vita di tutti i giorni che in qualche modo possono andare a contaminare in senso positivo la nostra espressività artistica. Ho iniziato così a dare forma a quelle che erano le mie sensazioni, lo stato d’animo suscitato da un brano musicale, la sensazione dell’aria fredda quando rientri a casa il mattino dopo una nottata passata fuori, il clima o il sapore di un luogo, addirittura il taglio degli occhi di una persona che ci ha particolarmente colpito. Queste sono tutte caratteristiche che se proviamo ad ascoltare e osservare attentamente possono prendere vita attraverso le nostre opere. So che sembra tutto molto astratto ma l’arte è soprattutto espressione di un sentire interiore e se noi non siamo capaci di ascoltare quel sentire e di plasmarlo, è difficile riuscire a far emergere la nostra originalità.

Se l’arte suscita qualcosa sicuramente ha una possibilità in più di essere notata ai concorsi.

Un errore che spesso l’artista fa, è scartare il concorso perché il tema proposto non lo ispira. Il punto è che se l’arte è la nostra professione, non è possibile pensare di lavorare solo quando si è ispirati. ‘’L’appetito vien mangiando’’ si dice, e lo stesso vale per chi come noi fa arte, intanto proviamo a buttare giù idee che l’ispirazione può arrivare quando meno ce lo aspettiamo. Non limitiamoci dunque a sviluppare il tema ma pensiamo quali sono le caratteristiche e gli elementi distintivi del nostro stile e proviamo ad interpretare il tema spaziando il più possibile con il nostro tocco personale.

Un altro punto importante è che nei concorsi vengono richieste biografia dell’artista e descrizione dell’opera. Sia alla biografia che alla descrizione dell’opera dobbiamo dedicare tempo e attenzione perché se sono curate e non banali possono portare valore aggiunto al nostro lavoro o addirittura influenzare l’esito delle selezioni. Con questo intendo dire che anche nello scrivere la biografia e la descrizione dell’opera dobbiamo essere creativi. Non scriverò una presentazione che dice ‘’sono tizio, anno di nascita, ho fatto l’accademia tot e sono appassionato d’arte.’’ Mettiamoci qualcosa di personale che non sembri una brutta copia del nostro curriculum ma che racconti qualcosa di vero e sentito di noi come se stessimo appunto raccontando una storia. La descrizione dell’opera non deve contenere solo informazioni tecniche, ad esempio misure o tecnica utilizzata ma il messaggio di fondo che vogliamo trasmettere, chiedersi dunque qual è l’obiettivo di senso della nostra opera e che tipo di impatto vogliamo lasciare al pubblico.

Ultimo ma non per importanza, è fondamentale prestare massima attenzione al regolamento di partecipazione. Se non leggiamo tutte le informazioni il rischio è essere scartati soltanto perché l’opera non rispetta le indicazioni richieste. Dedichiamo tempo anche a questo.

Testo di Gloria Belardinelli per la quarta e ultima puntata del 28/04/2023 diretta instagram

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