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Illustrazioni che raccontano le tradizioni degli antichi

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Aniello Caiazza, in arte Rhuneforge, è un artista illustratore e disegnatore che attraverso l’uso del segno e lo studio delle rune racconta la tradizione degli antichi e i suoi personaggi.

Breve presentazione.
«Mi chiamo Aniello Caiazza e sono originario di Napoli, ma vivo in Inghilterra, per la precisione in Yorkshire, da diversi anni. Sono nato nel 1976 e ho seguito un percorso di studi che mi ha portato a laurearmi in Architettura con indirizzo in Design Industriale».

Quando hai capito che la tua strada era l’arte?
«Più che capito ci sono arrivato gradualmente. Il disegno mi ha sempre accompagnato fin da piccolo, ma poi ho iniziato a maturare un interesse viscerale per qualsiasi forma di rappresentazione delle idee e delle visioni personali. Pittura, scultura, arti plastiche, 3D…non mi sono fatto mancare nulla».

Come descriveresti il tuo stile?
«Ancora oggi io credo di poter usare il termine disegno come metafora di “segno che diviene”, in continuo mutamento. Uno stile mai contento oserei dire».

Come prendono vita le tue opere.
«Spesso mi siedo e lascio andare la mano, senza aver programmato nulla. Ma negli ultimi anni mi sono ritrovato spesso al tavolo prima per studiare e pensare, poi creare. Non sempre mi riesce di essere ligio a quello che avevo programmato, ma ci provo».

Cosa preferisci raffigurare.
«Sono sempre stato affascinato dall’astratto in generale. Commistioni di oggetti e segni che però trovassero un senso in una sorta di unità finale. Poi ho iniziato a introdurre figure prettamente femminili (per la loro armonia) nel contesto che usavo. Questo quando la mia sicurezza sull’anatomia mi ha permesso di lasciar correre libera la fantasia. Ad oggi non manca mai, qualsiasi soggetto raffiguri, un riferimento alle tradizioni degli antichi che erano espressione di purezza ed amore verso la natura, anche quando erano brutali nella loro rappresentazione. Nel mio caso lo studio delle rune e dell’arte nordica mi ha dato una via da seguire».

Tra le tue esperienze lavorative, ce n’è qualcuna in particolare che ti ha dato maggior soddisfazione?
«Una mostra sui Longobardi in Italia. Mi sono trovato a dover ricostruire, sia in disegno che in tridimensionale, la vita e le usanze di questo popolo durante la sua conquista dell’Italia».

Qual è il tuo messaggio artistico?
«Ascoltare ed ascoltarsi. Il mondo è pieno di cose da raccontare attraverso di noi».

Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro.
«Sembrerà banale, ma non deve mai mancare la musica… Senza non riuscirei a tirare nemmeno una linea».

Per salutarci… hai qualche curiosità da raccontarci?
«Non avendo un background di formazione prettamente artistico, in senso stretto del termine, ho sempre avuto una paura matta di usare il colore. Non perché non mi piacesse, ma perché avevo la sensazione di non riuscire ad usarlo come avrei voluto e quindi ho evitato per anni, affidandomi al bianco e nero. Avevo paura di sbagliare finché un giorno, disegnando con mia figlia, lei mi ha “rubato” matite e penne ad inchiostro e costretto ad usare solo pastelli ed acquerelli. Direi che ha funzionato e le mie sperimentazioni con il colore sono iniziate così».

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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