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L’acquerello così imprevedibile, versatile e d’impatto

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Camilla Di Domenicantonio artista e acquerellista dopo anni ritrova se stessa grazie all’amore per l’arte. Sogna una mostra tutta sua e un libro di poesie illustrato da lei.

Ciao Camilla, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao a tutti, innanzi tutto grazie a tutti voi di Altro Spazio D’Arte che mi date questa possibilità.
Mi chiamo Camilla, ho 39 anni, gemelli ascendente scorpione e non aggiungerei altro che già così ho praticamente detto tutto! Ovviamente scherzo! (sorriso). Sono nata e cresciuta a Firenze, una delle città non solo più belle ma anche più ricche d’arte. Fin da piccolissima ho manifestato interesse e amore per la pittura e il disegno, per il canto e da più grandicella per la scrittura». 

Come è nata la tua passione per il disegno e come è stato il tuo percorso artistico.
«Da bambina volevo diventare un’attrice e/o una cantante ma erano sogni troppi particolari da realizzare soprattutto perché la mia famiglia era più che umile (sebbene abitassi in uno dei posti più belli di Firenze) e sapevo bene che non potevano farmi frequentare corsi o scuole che mi aiutassero a realizzare questi sogni. Durante l’ultimo anno delle medie, quando dovetti scegliere la scuola che avrei frequentato per 5 anni, desideravo tanto poter andare all’Istituto d’Arte o al Liceo Artistico ma la mia famiglia non era d’accordo e mi propose due alternative: Grafico pubblicitario o Istituto Professionale per la Moda. Scelsi il secondo solo perché aveva più ore di disegno, non perché mi interessasse la moda. Me la sono cavata discretamente perché la fantasia mi aiutava a creare capi innovativi e originali ma non era quello che volevo fare. La mia vita dopo il diploma è stata un susseguirsi di eventi che mi hanno portata tre anni dopo a cambiare città per amore, ho perso le persone più importanti della mia vita e l’arte mi ha aiutata a sopravvivere tra attacchi di panico e la sempre più chiara consapevolezza che il mondo non era assolutamente come lo avrei immaginato: così pieno di invidia, cattiveria, falsità e arrivismo. Dopo qualche anno mi sono trovata ad essere mamma e a poco meno di un anno dal primo, veniva al mondo il mio secondo bimbo. È stata molto dura, lo ammetto con franchezza e senza alcuna vergogna. Avevo un impiego, due bimbi, una casa, un compagno che lavorava tanto e ho finito per perdere me stessa. Mi sono persa così tanto che sono tornati gli attacchi di panico e non sapevo più chi fosse la persona riflessa nello specchio che guardavo ogni mattina. Quando la consapevolezza è diventata cristallina ho deciso di andarmi a ricercare. Ho pensato a cosa mi piacesse fare quando ero una bambina con una mamma alcolista e un babbo poliziotto che non c’era mai. Disegnavo, coloravo e ad ogni Natale chiedevo in regalo penne, matite, tempere e pennarelli. Amavo dipingere, mi rendeva serena. Così è bastato fare un giro nel web e non ricordo come ho trovato il medium che amo, forse lui ha trovato me… L’acquerello, io amo l’acquerello, così imprevedibile, così versatile, così leggero ma anche così forte e d’impatto. Nel corso degli anni però ho scoperto anche un grande amore per i fine liners e la grafite che uso principalmente per i ritratti. Sono autodidatta e non ho mai frequentato alcun tipo di corso. Tutto quello che so l’ho imparato osservando o leggendo». 

Come nascono le tue opere e quale messaggio vuoi trasmettere.
«Le mie opere nascono così, quasi per caso. Un po’ come le mie poesie (alcune delle quali potete trovarle nel mio feed). Vorrei che la mia arte diventasse veicolo di messaggi che rappresentino le cose in cui credo».

Qual è il tuo sogno artistico.
«Ho creato una serie di dipinti ispirati e dedicati alle malattie genetiche e non. Quando la serie sarà terminata sogno di portarla in mostra, magari negli ospedali e raccogliere fondi che vorrei devolvere alla ricerca. E siccome sono una sognatrice nata e non so sognare in piccolo, tra i desideri da realizzare c’è un libro di poesie illustrato da me».

Cosa non deve mai mancare quando crei.
«Quando dipingo non deve mai mancare la musica che per me è fonte di grande ispirazione e mi tocca l’anima in modo quasi trascendentale.
Quando scrivo invece spesso è sera, la casa silenziosa, tutti dormono e siamo solo io, i miei pensieri e i sogni che fanno rumore. Altre volte invece arrivano frasi così, mentre lavoro, mentre vivo e sono sempre pronta ad appuntarle ovunque capita». 

Realizzi opere su commissione?
«Mi piacerebbe moltissimo che tutti questi “sogni” potessero diventare il mio lavoro! Per il momento accetto commissioni che mi permettono di reinvestire quello che guadagno nell’acquisto dei materiali». 

Una curiosità prima di salutarci.
«Una curiosità su di me??? Beh, non lo sa quasi nessuno, ma ho suonato il sassofono per tre anni. Lo amavo moltissimo ma smisi perché il mio insegnante inizió ad alzare la voce quando sbagliavo e con me le cattive maniere non funzionano mai! Io credo nella gentilezza, nei sorrisi e nelle buone maniere, ma mi arrabbio anche io, sono un essere umano (sorriso).
Grazie ancora per l’opportunità che mi avete offerto»

I link dell’artista

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