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Opere libere e profonde come solo la musica sa ispirare

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Silvia, in arte Imagine Word(l)ds, prima di essere disegnatrice è una pianista, infatti in ogni sua opera è presente la sua amata musica.

Breve presentazione.
«Sono Silvia – doveroso dirlo, dato anche che il nome con cui mi si trova su tutte le piattaforme online è Imagine Wor(l)ds. Sono siciliana, ma abito in Olanda da qualche anno, dove mi sono trasferita per studio».

Ultimamente ti sei dedicata all’espressione artistica, ma ti occupi anche di?
«Attualmente sto facendo un dottorato in fisica».

Disegno e musica in un’unica opera, come mai questa scelta.
«Tecnicamente sono più una musicista che una disegnatrice. Suono infatti il pianoforte da quando avevo 4 anni ma disegno/dipingo da un paio di anni soltanto. La musica quindi, da sempre, ha avuto un ruolo centrale nella mia vita. Con l’arrivo del Covid e il conseguente tempo trascorso in casa lontano da amici e famiglia, l’espressione artistica è diventata quasi una necessità. Tirato fuori dal cassetto i pennelli e i colori (erano lì da tanto tempo e aspettavano che io avessi il tempo per usarli), il passaggio dal disegno su carta bianca a quello su spartiti è avvenuto in maniera molto naturale». 

Che tipo di tecnica usi.
«La mia tecnica prevalente è l’acquerello. Il modo in cui si comportano i pigmenti nell’acqua, l’intrinseca “lentezza” della tecnica (dovendo spesso aspettare che uno strato si asciughi prima di passare al successivo), la versatilità… Tutto ciò mi appaga e mi rilassa».

Come prendono vita le tue opere.
«Dovendo trovare un filo conduttore fra le mie illustrazioni, direi che la Natura intesa come spazi incontaminati e la Musica stanno all’origine di tutto. In fondo, è ciò che mi fa sentire più libera». 

Tre aggettivi per descrivere il tuo stile.
«Libero, profondo, armonico».

Visto che prima ci hai parlato di musica, ti chiediamo di indicarci una canzone che ti ha ispirato particolarmente.
«Difficile sceglierne uno fra tutti… Faccio una piccolissima selezione: “Leyenda” di Isaac Albeniz, “The Ecstasy of Gold” di Ennio Morricone, “Plug In Baby” e “United States of Eurasia” dei Muse. Scusate, non riesco a sceglierne uno soltanto…»

Cosa non deve mai mancare quando realizzi lavori? E nelle tue opere? 
«Musica, decisamente – che si trova anche dentro le mie opere stesse». 

Qual è il tuo sogno nel cassetto.
«Uno dei miei sogni artistici è quello di raccogliere le mie storie di viaggio, ricordarne i luoghi e le persone conosciuti, e rielaborarle al confine fra disegno, musica e parole. Il motivo per cui vorrei farlo è non solo per l’unicità delle storie stesse, ma anche (e soprattutto) per condividere la bellezza della diversità e l’immenso valore di ogni cultura – bellezza e valore che esistono ben aldilà di qualsiasi provenienza, religione e orientamento sessuale». 

Una curiosità prima di lasciarci.
«Sono daltonica!»

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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