cop

Un colpo di fulmine e un ritratto per conoscersi

Condividi su
Mirko Sperlonga, fotografo professionista. La sua fotografia racconta un legame profondo con la natura e il bisogno di cogliere l’istante attraverso lo scatto.

Ciao Mirko, raccontaci un po’ chi sei.
«Ciao, e grazie per questa chiacchierata. Il mio nome è Mirko Sperlonga, sono un giovane fotografo Italiano che si dedica professionalmente al mondo della fotografia di ritratto e moda. Nasco nel 1995 a Terracina una bellissima cittadina sita nel litorale laziale, sulla nota riviera d’Ulisse. Qui, in una piccola frazione di periferia, vivo e studio, crescendo prevalentemente con i miei nonni. Figura poi, quella di mio nonno (purtroppo scomparso) in grado di influenzare tutt’ora la mia esistenza. I valori caratteriali ed umani penso proprio di averli acquisiti dallo stesso, così come il legame profondo che ho con la natura. Il mio istinto, il mio approccio al mondo è stato sempre quello che ha messo in prevalenza, talvolta come una vera ossessione, una grande curiosità».

Come è nata la tua passione per la fotografia e come è stato il tuo percorso fino ad oggi.
«La fotografia intesa proprio come mezzo è stata fin dall’adolescenza un’amica, essa mi ha permesso inizialmente di sperimentare e conoscere proprio alcune parti di quel legame che sviluppavo con la natura, scattavo prevalentemente tutto ciò che mi destava curiosità (animali, fiori, paesaggi, insetti, etc). I miei primi soggetti umani sono stati proprio i membri della mia famiglia e la mia ex ragazza. Credo proprio che da lì iniziai a capire molte cose su di me, sul mio rapporto con le persone, e sulle persone stesse, sul mio modo mancato di comunicare verbalmente, sulla mia paura di manifestare emozioni, la fotografia era il catalizzatore perfetto! Cominciai ad innamorami delle persone, che fino ad allora erano state la mia più grande paura. Ricordo poi di aver scattato per la prima volta dei fulmini, durante un temporale notturno, cosa che davvero mi eccitava, le immagini mi colpirono in maniera disorientante tanto che dentro di me quell’essenzialità e minimalismo caratterizzano tuttora inconsciamente la mia composizione, cerco sempre di trovare quel colpo di fulmine, voglio innamorarmi di ogni mia fotografia. Penso poi, che ad un certo punto della vita capisci che sei portato per fare una determinata cosa, ecco, a questo punto la fotografia si è manifestata in me in tutto il suo splendore. Ho effettuato vari workshop all’inizio fra i quali il Nikon school, e letto tanto, davvero tanto, tutto quello che poteva in me apportare informazioni utili a migliorare la mia fotografia veniva messo al vaglio. Poi nel 2021 ho effettuato il Master in tecnica dell’illuminazione, e quello in Scatto digitale avanzato e ad oggi sono uno studente dell’Istituto Superiore di fotografia per il Master di moda 2023. Penso infine che la fotografia sia un vero e proprio modo di osservare la vita».

Il ritratto è il genere fotografico con cui ti esprimi, perché questa scelta e che tipo di ritratti realizzi.
«Il ritratto è lo stile fotografico che più mi lega alle persone, esso mi permette volta dopo volta di studiare al meglio una parte di me. Gli esseri umani credono di conoscersi, in realtà ci rendiamo conto di quanto siamo misteriosi già se acquisissimo consapevolezza del fatto che il 20% di noi, guardandosi allo specchio prova un forte senso di timidezza. Nessuno ci conosce meglio come una fotografia, come un ritratto. Nessuno è in grado di far prevalere la nostra anima come in quella che emerge a volte da uno scatto. Il concetto che si lega al ritratto è quello che più mi affascina, non amo molto considerare questo genere come un documento, ma bensì come un atto al fine di mettere in prevalenza una determinata emozione, situazione, stile e tendenza di vita».

Come prendono vita i tuoi scatti e quando scatti come ti rapporti con il soggetto.
«I miei scatti non prendono vita, essi acquisiscono forza e identità attraverso quello che riesco a creare in quel determinato momento, le mie idee quasi sempre stravaganti e surreali, hanno bisogno per la realizzazione del coincidere di molte cose. Non mi faccio vincolare troppo dalla composizione, sopratutto nella fase di scatto, non voglio che sia l’estetica a vincere sul mio occhio. Desidero che sia l’istante a penetrare nella formalità fotografica. Il trascendere della composizione rispetto alla stessa estetica è un passaggio che non controllo volontariamente, quindi mi aspetto sempre qualche cosa di “wow” quando vado ad osservare il mio lavoro. Nelle fasi di color, ci sono alcune immagini che riesco già ad immaginarle in bianco e nero, altre che invece rendono di più con l’uso adeguato di una palette ben studiata. Amo sperimentare e lasciare molto spazio al soggetto, il mio approccio non è mai uno standard, dipende sopratutto, da chi dovrò fotografare, dalle caratteristiche di ciascun soggetto. Bisogna avere sensibilità emotiva per capire con chi si sta lavorando, creare dei ritmi, delle conversazioni non verbali è davvero fondamentale per me. Ci sono state volte in cui l’intesa attraverso l’uso dello sguardo (della fotografia stessa) ha superato di gran lunga quella verbale. Il soggetto deve avere i suoi spazi ed il fotografo deve captare tutto ciò che rende quegli spazi plasmabili».

Se realizzi fotografie su commissione.
«Realizzo fotografie per commissioni. Ritratti e campagne pubblicitarie. Solitamente si ha un contatto diretto con il cliente, brand e/o agenzia. In fase preliminare si analizza il progetto, la richiesta, se si ha già un’idea o se devo realizzare la scrittura di un moodboard. Preferisco sempre avere un confronto con tutte le parti quindi, potete trovare tutti i contatti nella sessione dedicata del mio sito, oppure, scrivermi attraverso i social».

Per te diverse esposizioni e premi. Ce n’è qualcuno che ti porti particolarmente nel cuore e perché.
«Le esposizioni e tutti i conseguimenti ricevuti sono per me fonte di grande forza, la perseveranza, la determinazione e la passione sono gli elementi fondamentali che mi porto dentro sempre per continuare in questo meraviglioso lavoro. Non ne ho uno che particolarmente porto nel cuore, ognuno di essi ne compone una parte che vive in me e che mi rende quello che sono oggi».

Qual è il tuo messaggio artistico.
«Lasciamoci trasportare ogni volta dal potere dell’immaginario. Lasciamo che sia la sperimentazione a veicolare i nostri desideri. Il potere, della fotografia e del ritratto s’insidia proprio nel modo in cui ci approcciamo al mondo. Lasciamo che sia esso a fornirci gli spunti giusti».

Progetti per il futuro.
«Ne ho diversi, mi piace tenerli in serbo e lasciare che immaginate il futuro della mia fotografia in base a quello che ci siamo detti. In ogni modo un piccolo indizio posso suggerirlo, il mio desiderio per un progetto futuro sarebbe quello di trovare l’interazione emotiva che da sempre contraddistingue il rapporto uomo/animali».

Una curiosità prima di lasciarci.
«La consapevolezza che acquisiamo di noi stessi su chi siamo realmente, ci aiuterà sempre a capire se quella che stiamo percorrendo sarà la strada giusta. Le vostre paure possono diventare dei grandi punti di forza solo se realmente sarete in grado di osservare oltre l’ostacolo».

I link dell’artista

Scopri il video dedicato all’artista

One Response