"Terra NATìa" di Rita Scarola

Terra NATìa, il delicato racconto fatto di immagini

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progetto fotografico di Rita Scarola

«Voli, treni, strade, sterrati: migliaia di chilometri per catturare in uno scatto l’essenza di un altrove. Viaggi che hanno reso il mio sguardo più attento, più entusiasta, più dolente; viaggi che mi hanno consentito di capire come il fascino dei tanti altrove di questo mondo potesse essere anche a meno di un chilometro da me: nei campi, nei filari, nelle stanze abitate da mio Padre. Da colui che è specchio della mia immagine, delle mie proiezioni, delle istantanee che prendono vita attraverso la mia macchina fotografica».

Chi è Rita Scarola?
Rita Scarola nasce a Grumo Appula (Bari) nel 1990, studia materie pedagogiche e si laurea in Scienze Politiche a Bari nel 2016.
Impegnata, in qualità di assistente sociale, nel supporto ai bambini speciali in ambito scolastico, riversa la sua sensibilità per il sociale nella fotografia, anche se la passione per l’istantanea parte da più lontano: inizia a interessarsi di fotografia, infatti, durante gli anni universitari, da autodidatta, maturando quel legame indissolubile con la macchina fotografica che la accompagnerà durante i numerosi viaggi in giro per il mondo. India, Kenya, Turchia, Balcani, Bielorussia, Israele sono solo alcuni dei “mondi altri” che nei suoi scatti divengono luoghi dell’anima dove cercare dialoghi possibili con culture lontane anche solo attraverso lo sguardo.

Gli occhi, le mani, i volti, il sorriso, il pianto: la ricerca del particolare come specchio del reale, come urgenza di immortalare ciò che ad occhio nudo andrebbe perso, e come bisogno di vedere al di là delle apparenze. Un particolare che funge da paradigma universale della condizione umana contestualmente nel tempo e fuori dal tempo, la cui essenza l’animo umano ha il dovere di cogliere.

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