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Il colore che scivola sulla tela e nessun limite che lo fermi

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Michele Reschini è un pittore appassionato che attraverso il suo lavoro artistico e la tecnica della fluidart, esprime un forte senso di libertà e fantasia incondizionata.

Breve presentazione.
«Mi chiamo Michele Reschini, ho 29 anni e risiedo a Civitanova Marche, una bellissima città che ha la fortuna di affacciarsi sia sul mare che sulle montagne. Lavoro come operaio presso un’azienda calzaturiera e parallelamente porto avanti questa bellissima passione che è la pittura».

Quando hai deciso di dedicarti all’arte.
«Ho coltivato sempre intimamente questa passione fin dalle scuole primarie. Avendo un’indole introversa non ho mai avuto modo di esplicitare la mia vena artistica, un po’ per insicurezza, un po’ per paura del giudizio altrui. Perciò mi rifugiavo in soffitta con colori e pennelli e davo sfogo alle mie idee e fantasie. Durante la pandemia però, avendo avuto tutto il tempo a disposizione per riflettere e ragionare senza schemi e senza giudizi, ho trovato il modo di abbattere tutte queste mie paure e insicurezze che avevo nel mostrare quello che da tempo nascondevo timidamente dentro di me. E così da quel momento ho deciso di iniziare a pubblicare le prime opere attraverso i diversi social a disposizione».

Che genere di pittura realizzi e come prendono vita le tue opere.
«Ho trovato fin da subito interessante la nuova tecnica della fluidpainting, il movimento ( o danza come la chiamo io) del colore che scivola sulla tela e che crea sfumature e immagini. Questa non è una tecnica di pittura statica e rigida, ma anzi, ti offre la possibilità di poter combinare diversi colori insieme e di dà la possibilità di creare sempre effetti nuovi e stupefacenti. Non ha limiti, con l’arte fluida puoi creare all’infinito, l’unico limite vero è la fantasia personale».

Dove trovi l’ispirazione.
«L’ispirazione la trovo dentro qualsiasi cosa, dopo una mostra, dopo aver frequentato un amico che non vedevo da tanto tempo, dopo un viaggio, dopo un’escursione in montagna, o dopo un brutto periodo perché siamo fatti anche di questo, di momenti bui ed è giusto che ne prendiamo atto».

Se è possibile acquistare le tue tele.
«Attualmente mi sto appoggiando con un negozio di design in città, “Unico & Multiplo”, che mi ha dato la possibilità di tenere nel loro store diverse opere».

Quale colore non deve mai mancare nella tua tavolozza.
«Non c’è un colore che predomina maggiormente, mi piace giocare piuttosto con i contrasti, utilizzare toni bassi e contrapporli con i toni alti dello stesso colore in modo che l’occhio di chi osserva è maggiormente attratto».

Un libro, un film o una canzone che hanno cambiato o influenzato il tuo modo di vedere le cose.
«Mi piace leggere, questa è una passione che conservo da parecchio tempo, diversi sono i libri che mi hanno formato e principalmente ce n’è uno a cui tengo parecchio: “On the Road” di Jack Kerouac. Lo lessi da adolescente durante i tragitti in corriera che mi portavano a scuola, mi faceva sognare tutte quelle parole di libertà, mi rifugiavo nella vita dello scrittore e lo spiavo, e mi piaceva immaginare che se vuoi qualcosa che ti rende felice devi solo rimboccarti le maniche e far sì che si realizzi come fece lui con il suo viaggio in macchina negli USA. Sarà il periodo o l’età in cui lo lessi, ma fin da subito ebbe una forte influenza sul mio modo di prendere la vita».

C’è qualche progetto in particolare a cui stai lavorando o vorresti realizzare?
«Sto attuando dei cambiamenti nella mia vita, dei grandi cambiamenti a proposito dell’arte che però per adesso preferisco non argomentare, ma prometto che al più presto condividerò».

Una curiosità prima di lasciarci.
«Volevo solo far notare che durante la pandemia quando siamo stati tutti costretti a rimanere in casa, l’arte ci ha sempre accompagnato: chi con un film, chi con un libro e chi con la musica. E’ un’attrazione primordiale a cui nessuno può veramente sfuggire».

I link dell’artista

Scopri il video che gli abbiamo dedicato

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