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Una ripetizione quasi ossessiva di forme simili e sinuose

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Manuela Belfiore è una pittrice e scultrice che attraverso le sue opere racconta temi come la diversità e l’esclusione con un segno semplice e ripetuto, intrinseco di significati.

Breve presentazione.
«Manuela Belfiore, sono nata a Napoli dove tuttora vivo e lavoro, mi sono diplomata al Liceo Artistico poi ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Mi sono dedicata principalmente alla scultura attraverso lo studio e la sperimentazione di materiali e immagini, elaborando un segno che mi identifica e che è presente in quasi tutti i miei lavori».

Come definiresti il tuo stile?
«Lo studio e la sperimentazione di materiali e immagini, mi hanno condotta all’elaborazione di un segno, prima scultoreo poi pittorico, una ripetizione quasi ossessiva di forme simili, tutte diverse tra loro, sinuose, ma allo stesso tempo geometriche, che creano una scrittura semplice, ma intrinseca di significati». 

Che tipo di opere realizzi e che destinazione trovano.
«Porto avanti da anni due filoni di opere alcune molto pop e colorate,  che dedico principalmente alla mia città, trovano mercato tra appassionati e committenti. Rappresento spesso il Vesuvio, San Gennaro e altri elementi riconducibili alla storia di Napoli, sia attraverso la scultura che la pittura. Poi ci sono opere astratte e con tematiche diverse alcune sono sempre pop con campiture piatte e regolari, molto geometriche altre più figurative e dai colori meno squillanti».

Quali altri temi affronti?
«I temi proposti sono la diversità e l’esclusione dove il diverso viene inteso come unico; dall’elemento decorativo a una profonda analisi interiore, dalla ricerca di un’uguaglianza utopica sviluppata attraverso lo studio dell’escluso, fino all’interpretazione e la rappresentazione di unicità.  La violenza sulle donne ad esempio è un progetto sia scultoreo che pittorico, nelle opere bidimensionali la forma si unisce alla scrittura, si fonde alle parole accuratamente scelte, dalle pagine dei libri o da poesie e pensieri, che diventano il supporto di percorsi dove i segni si inseguono, si uniscono, si incontrano».

Come nascono le tue idee e che materiali usi per realizzarle?
«L’ispirazione è un avvenimento, un’emozione, un viaggio, un’idea, una persona… La vera espressione è la scultura, il poter ricavare da un blocco di pietra è il metodo più congeniale per catturare e racchiudere pensieri, stati d’animo e sentimenti, che in altro modo resterebbero imprigionati e privi di condivisione. I materiali più utilizzati sono blocchi di calcestruzzo cellulare areato autoclavato, gesso, legno, terracotta e per i dipinti tela, tavola, carta, collage, stucco, colori acrilici».

Stai lavorando a un progetto particolare?
«I progetti e le idee non finiscono mai e mancano sempre i soldi, vorrei avere più tempo per fare tutto. Per il 2020 avevo in mente di andare all’estero per un periodo non definito e poi di realizzare una mostra… speriamo di riuscirci per il 2021».

Cosa non deve mai mancare sul tuo tavolo da lavoro?
«Sul mio tavolo ci vuole il metro perché le misure ad occhio non le so prendere».

Una considerazione sul tuo lavoro.
«Penso che fare arte o l’artista sia una delle cose più sbagliate che potessi fare, ma non penso di avere avuto scelta».

Scopri il video dedicato all’artista

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